
L'ascensione alla Testa Del Ruitor è una prova che - pur essendo di carattere alpinistico e quindi richiedente attrezzatura, un minimo di allenamento ed una Guida Alpina, presenta un ottimo rapporto tra difficoltà e soddisfazione.
La vetta è a 3.486 metri, elevata, quindi ma non tale da dare problemi particolari di quota.
Anche il dislivello da superare (1.000 metri tondi dai 2.500 del Rifugio Deffeyes base in cui si pernotta) non è enorme ed è alla portata di molti a patto che abbiano un decente allenamento e voglia di faticare un pelo per ottenere un grande panorama.

Insomma, ci sono tutti gli ingredianti per un divertente fine settimana in compagnia.
In più, l'ascensione al Rifugio Deffeyes è già bella in quanto tale, cosa che permetterebbe a chi non ha esperienza, attrezzature o voglia di salire fino in cima di passare un paio di giorni non faticosi e di sicura soddisfazione.
Di seguito trovate tutti i dettagli della proposta : speriamo che il meteo ci aiuti e che ci sia un'ampia partecipazione.
La testa del Rutor (altri lo chiamano Ruitor) è in Valle d'Aosta e ci si sale partendo da La Thuile e facendo tappa e pernottamento al Rifugio Deffeyes, posto a 2.500 metri alla fine di una bella escursione che porta a vedere, tra l'altro alcune cascate molto spettacolari.
Nella foto a fianco il Rutor (non preoccupatevi, questa è una foto invernale, a settembre non c'è tutta questa neve) è la punta più a destra. E' posto, come si diceva, a 3.486 metri : pur non essendo altissima, la vetta è molto panoramica e sovrasta uno dei più grandi ghiacciai della Valle d'Aosta.
La salita dal rifugio fino alla vetta prende in media 5 ore di cammino, con partenza intorno alle 5:30. Levataccia quindi atleti da strapazzo !

Il lato bello della levataccia è però che si vorrebbe proporre un giorno in cui la luna sia piena ed al momento della partenza ancora abbastanza alta in cielo, potete immaginare lo spettacolo sul ghiacciaio, anche per quelli che rimangono in rifugio, visto che questa sorge dopo le 20 e che a mezzanotte sarà già molto alta sul cielo. La foto qui di fianco è presa dal rifugio Deffeyes : ve lo immaginate un panorame del genere nel silenzio più assoluto e con la luna piena ?
Come detto prima, l'ascensione è a quote relativamente elevate e prevede comunque un tratto su ghiacciaio :

quindi bisogna essere dotati di attrezzatura adeguata (non mi dilungo nei dettagli : se non la conoscete già per conto vostro siete decisamente dei candidati a godere della bellissima salita al rifugio e di rimanere li ad attendere il ritorno degli eroi delle estreme vette)

Sottolineo : non un metro di arrampicata o di esposizioni da un minimo di vertigine.
Nella foto sotto la strada da fare in salita passa più o meno alla base delle creste sulla destra ed il tratto terminale è quello sul terreno nudo.

La salita si sviluppa più o meno lungo il percorso indicato in rosso nella foto a fianco : il percorso non è mai lo stesso perchè i ghiacciai sono in movimento e la via giusta dipende dai crepacci (ce ne sono, è per quello che ci faremo accompagnare da una guida alpina professionista).
Nulla peraltro che venga indicato come fisicamente troppo impegnativo o tecnicamente meno che facile, fatte salve ovviamente tutte le precauzioni necessarie per avventurarsi a quote sopra la media e su un ghiacciaio.
Come potete vedere, ci sono un paio d'ore di avvicinamento al ghicciaio, da fare au clair de la lune e con i frontalini e poi, messi su i ramponi ed organizzata la cordata, si prende il ghiacciaio e su pendenze più impegnative all'inizio e un pò meno nella seconda parte, si arriva alla madonnina in vetta dove il premio è rappresentato dalle viste qui sotto.

Come dicevamo prima, il rifugio Deffeyes serve come base per dividere il dislivello e per fare un minimo di acclimatamento alla quota. Questo non vuol dire però che questa ascensione non sia già molto bella in quanto tale, tanto da garantire un buon paio di giorni in montagna anche per chi volesse essere della pertita pur mancando di attrezzatura ed allenamento necessari per salire fin in vetta.

Il sentiero è tutto su mulattiera, senza alcuna difficoltà od esposizioni di alcun tipo : la salita è relativamente lunga (tre ore per circa 800 metri di dislivello) ma a portata di tutti prendendosi la giusta calma nella salita ed essendo disposti a qualche relativo sforzo prima del guisto premio culinario (ho un ricordo lontano du una dura polenta ....)
Lungo il sentiero si incontrano tre cascate, la prima a 15 minuti dal parcheggio, molto famose e molto frequentate (quanto meno la prima, poi la salita fa rapidamente selezione del volgo più pecoreccio) e devo dire anche molto belle da vedere. Sotto ad una c'è anche un ponte di legno che permette una vista davvero notevole (meglio portarsi dietro una mantellina, se il vento gira storto si rischia una doccia piuttosto freschina)

-Nella foto sopra potete potete intravedere il ponte ed immaginare perchè io consigli la mantellina
Iniziamo sin da subito con una foto che dà un'idea di quello che si vede dal rifugio, oltre allo spettacolare panorama sul ghiacciaio del Ruitor che abbiamo visto più in alto ....
Quella montagnola sullo sfondo è nientepopodimeno che il Monte Bianco !
Come dicevo, la salita al rifugio Deffeyes è già interessante anche senza poi proseguire per il ghiacciaio, sia per la posizione del rifugio, sia per i giretti non impegnativi che si possono fare lì intorno, sia per quanto si incontra durante la salita da la Thuile.
Trovate qualche informazione sul rifugio ed i dintorni qui, sul sito del rifugio stesso e qualche commento sulla struttura su Tripadvisor
Il rifugio si trova nella zona di La Thuile, lungo il vallone di La Joux, in una zona ricca di laghi e cascate, tutti raggiungibili facilmente lungo la salita o nei pressi del rifugio stesso.
La mappa in basso dà un'idea della posizione e di quello che si trova intorno al rifugio.

Dopo le tre cascate ci si alza sopra il bosco e si raggiunge una specie di gradone, dove si trova il Lago del ghiacciaio : un altro piccolo sforzo, sempre su mulattiera e sempre in piena sicurezza e tranquillità, e si arriva al rifugio, con il suo panorama da urlo, e tutti i prati che si vogliono per riposare le stanche membra.
Le gitarelle intorno al rifugio, come quelle che portano ai laghetti ai piedi del ghiacciaio, sono assolitamente facili e riposanti : l'ideale per passare una mezza giornata in attesa del ritorno degli eroi delle alte vette.


Ho già detto come l'ascesa alla vetta, ed in particolare l'attraversamento del ghiacciaio richiedano attrezzature tecniche, tipo imbragatura e ramponi, che gli interessati conoscono già.
Vale invece la pena di spendere due parole sull'attrezzatura necessaria per salire al rifugio in tutta sicurezza e comodità e per dormirci.
PER SALIRE
Normalissimo equipaggiamento da gita :
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Scarpe da trekking (normali, tutto il tragitto è su mulattiera, nn ci sono guadi himaliaiani o consimili)
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Calzini e calzettoni giusti (ognuno ha i suoi gusti comunque consiglio un ricambio).
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Giacca a vento (siamo a settembre ed il rifugio è a 2.500 metri, la sera fa freschetto).
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Pile più o meno pesante a seconda dei gusti. Cercate magari di vestirvi a strati evitando di intrupparvi troppo : in salita si genera calore e si fa presto a diventare rossi rossi, se troppo coperti.
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Piccola borraccia (risparmiate sul peso, evitate il fiasco da due litri)
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Su questo sito potete trovare qualche idea, ma non buttatevi troppo sul tecnico la salita è facile facile, relativamente breve ed a quote relative.
IN RIFUGIO
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In rifugio si dorme in lettini a castello dotati di coperte e cuscini MA NON DI LENZUOLA : portatevi quindi un sacco letto od in mancanza un lenzuolo singolo (magari il più leggero che avete) ed una federa.
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Non si può girare in rifugio con gli scarponi, quindi portatevi delle ciabatte leggere (non infradito, sono scomode con i calzini addosso e sconsiglio vivamente di andare in giro senza calzini a 2.500 metri)
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In rifugio si trova da mangiare : non portatevi la dispensa ma quanto basta per uno spuntino leggero lungo la salita